Pasta “Facioni Stefano” Dai Grani Strampelli Varietà Senatore Cappelli.

 

Nei primi anni del ‘900 arrivò a Rieti l’allora giovane agronomo Nazareno Strampelli, che ben conosceva la fama e la qualità del “Rieti Originario”. Questa varietà di grano fu alla base dei suoi incroci nel campo della cerealicoltura, sperimentazioni, che lo portarono, ben presto, alla fama mondiale e ad essere definito il padre dei grani duri. Fu così anche per il “Senatore Cappelli” cultivar duro che è tornato ad essere coltivato in tempi recenti, e che fu dedicato al senatore Raffaele Cappelli, tra i primi a credere nelle potenzialità del lavoro di Strampelli. La varietà di grano duro “Senatore Cappelli” è apprezzata ancora oggi, per la eccellente qualità. Notizie tratte dal libro: “La rivoluzione verde” di Roberto Lorenzetti.

Il progetto di comunicazione e packaging affidato alla Filodesign, comprende la realizzazione del logo, naming, brochure e etichette.

“Dal Grano Antico, Sapori Unici”.

La Filodesign partendo dalla progettazione del logo ha ideato anche un payoff per rafforzare il concetto e le caratteristiche del prodotto.

La Senatore Cappelli o Cappelli è una cultivar di grano duro autunnale ottenuta dal genetista Nazareno Strampelli – agli inizi del XX secolo presso il Centro di Ricerca per la Cerealicoltura di Foggia – per selezione genealogica della popolazione nord-africana “Jenah Rhetifah”.Rilasciata nel 1915, la nuova varietà di frumento fu dedicata al marchese abruzzese Raffaele Cappelli, senatore del Regno d’Italia, che, negli ultimi anni dell’Ottocento, assieme al fratello Antonio, aveva avviato le trasformazioni agrarie in Puglia e sostenuto lo Strampelli nella sua attività, mettendogli a disposizione campi sperimentali, laboratori ed altre risorse. Il frumento Cappelli, nonostante fosse alto (circa 150-160 cm), tardivo e suscettibile alle ruggini ed all’allettamento, ebbe grande successo grazie alla sua larga adattabilità, alla sua rusticità ed alla eccellente qualità della sua semola. L’introduzione di questa cultivar determinò l’aumento delle rese medie da 0,9 t/ha del 1920, ottenute con le vecchie varietà locali, ossia ecotipi caratterizzati da elevata taglia, accentuata tardività, alto indice di accestimento totale, con i difetti che ne conseguono (suscettibilità all’allettamento ed alla stretta), ad 1,2 t/ha alla fine degli anni ’30. Nel trentennio dagli anni ’20 agli anni ’50, fino al 60% della superficie nazionale a grano duro era investita a Cappelli, che si diffuse in seguito anche in altri paesi del Mediterraneo. Il Cappelli è ancora coltivato dopo quasi un secolo, in particolare nel meridione d’Italia (Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna), per la produzione di pasta di qualità superiore e pane e pizza biologici, nicchia questa per la quale si va sviluppando un mercato interessante. Dagli inizi del secolo scorso fino agli anni ’60 il Senatore Cappelli ha rappresentato la base del miglioramento genetico del frumento duro ed è infatti presente nel patrimonio genetico di quasi tutte le cultivar di grano duro oggi coltivate in Italia e di numerose altre a livello internazionale. Le modeste densità di semina, la limitata fertilità del terreno ed il basso consumo di fertilizzanti contribuirono per lungo tempo ad alleviare il problema dell’allettamento associato all’elevata statura di questa cultivar.
Dopo la II Guerra Mondiale, la possibilità di produrre concimi azotati a basso costo ha stimolato la costituzione di varietà in grado di valorizzare la somministrazione di quantità crescenti di azoto. Inoltre, l’accresciuta disponibilità degli erbicidi ha permesso di ovviare alla minore competitività delle piante basse nei confronti delle infestanti. Negli anni successivi (dal 1950 al 1960), il miglioramento genetico fu dunque orientato soprattutto alla riduzione della taglia ed all’aumento della precocità, con attenzione alle caratteristiche qualitative della granella. Furono Capeiti 8 e Patrizio 6 a segnare l’inizio del declino del Cappelli, dopo decenni di dominio incontrastato. Queste due cultivar erano infatti più produttive, precoci (di 10-15 giorni rispetto al Cappelli) e resistenti all’allettamento, anche se con peggiori qualità molitoria e pastificatoria. In seguito, cultivar di taglia sempre più ridotta ottenute attraverso incroci interspecifici, uso della mutagenesi ed introgressione dei geni Rht sostituiranno definitivamente il Senatore Cappelli. Così, via via, si affermano l’Appulo, cultivar dei gruppi “Val” (Valgerardo, Valnova, Valselva, Valriccardo) e “Castel” (Castelporziano, Castelfusano, Casteldelmonte e Castelnuovo) e il mitico Cres, il Simeto, l’Iride, il Claudio ed altri. L’Italia è autosufficiente in grano duro al 70%, dunque è probabile che almeno metà della pasta che consumiamo rechi tracce del DNA di quel frumento nord-africano che attraversò lo Stretto di Sicilia agli inizi del secolo scorso.

Dal Grano Antico,
Sapori Unici.

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